


Elisa Talentino non si pone il problema di apparire, ai distratti che hanno bisogno di etichettare ciò che non capiscono, come “illustratrice” o “grafica”. L’importante è la trasmissione di un messaggio forte, ancorché affidato all’esilità di un segno, alla fragilità di un collage o all’ambiguità di uno slogan. Oppure, a volte, all’incontro fortuito con un reperto la cui forma rimanda a una costante immaginifica o simbolica: è nata così, dalla collezione di minimi umilissimi objets-trouvés una bella suite fotografica sul cuore.
Nelle opere esposte in questa mostra l’autrice sceglie la fragilità e la frammentarietà come elementi poetici e in quanto tali destabilizzanti, come lo è il suo stare in mezzo a due ambiti: quello della grafica di comunicazione e quello dell’arte, ossia il versante che dovrebbe vegliare su una responsabile produzione di immagini. Lo fa con eleganza e ironia, tra calembour ed emozionalità grafica, con la levità necessaria per non caricare di didascalismo i due messaggi più forti che intende lanciare: quello legato a un’emergenza esistenziale, laddove ad essere in pericolo è l’identità dell’individuo, e quello che insiste sulla necessità di discutere e criticare gli schemi, anche quelli iconografici, simboli di una prigionia mentale che, alla lunga, consuma e inaridisce anche il messaggio del mito e delle fiabe. Ma sono proprio le fiabe, ed Elisa con loro, a insegnarci che se ritroveremo grazia, talento e arguzia riusciremo a liberare la poesia e le sirene dalla cattività e dalle paludi di questi tempi terribili.
4 commenti:
ola... le dovrei chiedere una cosa...
ecco cosa... matteo sei fidanzato? cosi per sapere.... grassie...
mi potresti rispondere a karenyag88@yahoo.it
grassie. e se non rispondi me ne faro una ragione.
se vuoi ti rispondiamo noi colleghi!!!
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